Un buon progetto è quello con una data di scadenza.
Il mio approccio personale ad una serie fotografica, sia essa su commissione o realizzata per ricerca personale, è molto spesso di tipo progettuale. Ho cercato di rappresentarlo fotograficamente, quasi in un gioco di scatole cinesi. La serie fotografica P as a Project – ma anche P come Progetto è lo stesso – è l’esito di alcune riflessioni personali attorno al concetto di progetto e alla capacità progettuale, ed è stata recentemente pubblicata nella rubrica #progetto su Genius People Magazine.
In questo momento storico, la rilevanza oggettiva dei progetti è cresciuta notevolmente. L’utilizzo di progetti è stato per molto tempo quasi completamente relegato all’ambito delle costruzioni, o più in generale alle professioni di tipo “registico”. Oggi è un termine ricorrente anche nella vita quotidiana, e nell’ambito dei creativi talvolta è così inflazionato che pare ci si riempia solo la bocca – “Sto lavorando a un progetto”. Questo perché impropriamente viene usato anche quando si sta appena sviluppando un’idea o facendo uno studio di fattibilità.
Ma mettiamo da parte l’uso improprio. Se usiamo così spesso questo termine oggi un motivo c’è. Per questo è importante avere chiaro il concetto di progetto. Il progetto è qualcosa di necessario nella nostra vita?
Partiamo dal fatto che la realtà quotidiana in cui siamo immersi è sempre più complessa e diamolo per assodato. Ci serve costantemente un sistema per riuscire ad affrontare l’estrema complessità della realtà senza perdere di vista l’obiettivo, e tenendo conto di tutte le variabili che si incontreranno, dal momento in cui inizia la fase operativa fino al raggiungimento dell’obbiettivo stesso.
Il progetto è utopia realizzabile.
Il progetto ormai appartiene tanto alla vita domestica quanto al mondo del lavoro. Non a caso la figura del project manager è sempre più importante in qualsiasi organizzazione, piccola o grande che sia.
Il progetto inizia nella mente, prima della fase operativa, e non esiste senza la sua conclusione. La vita di un progetto è scandita da un inizio e una fine precisi, e procede attraverso delle fasi che spesso non sono separate nettamente anzi, spesso si fondono e talvolta sovrappongono. La validità di un progetto sta nella progressiva capacità gestionale del susseguirsi di fasi concatenate e tendo conto di far quadrare le risorse a disposizione ottimizzandole. Per questo motivo può esistere uno schema e diverse metodologie ma
ogni progetto è unico in quanto elaborato progressivamente.
La cura e il dettaglio sono necessari e non superflui altrimenti non funziona, perché ogni fase coincide con uno step necessario all’evoluzione del progetto.
L’importanza oggettiva dei progetti oggi è abbastanza evidente e più sono complessi i sistemi in cui è inserito il progetto, più il contesto si complica all’aumentare delle variabili e degli attori in gioco, e per raggiungere gli obiettivi prefissati bisogna ricorrere a metodologie e tecniche di controllo.
L’importanza oggettiva dei progetti oggi è abbastanza evidente e più sono complessi i sistemi in cui è inserito il progetto, più il contesto si complica all’aumentare delle variabili e degli attori in gioco, e per raggiungere gli obiettivi prefissati bisogna ricorrere a metodologie e tecniche di controllo.
Tuttavia personalmente credo che il buon progettista sia quello che sa gestire l’imprevisto e questa capacità al limite tra creatività ed esperienza è spesso quella che fa la differenza.
Un buon progetto è quello con una data di scadenza.
Qual è il tuo prossimo progetto?
P come Progetto © Elisa Biagi, 2015
Editoriale in “#progetto – I perché del fare, giorno dopo giorno, un progetto”, a cura di Studio A-29, p. 90, in Genius People Magazine, nr. 1, gen/feb 2015 – ISSN 2420-8884-> Leggi Genius People Magazine, nr 1 – online